| Michele Buffolino

Il codice a barre, che in tutte le sue codifiche e varianti contrassegna ogni prodotto in commercio,  nel 2012 ha compiuto 64 anni.
Il papà del BAR-CODE è Norman Joseph Woodland, che, stimolato e aiutato dal suo collega di Università di Drexel Bernard Silver, analizzò le esigenze del direttore di una grossa catena di distribuzione alimentare. C'era, infatti, la necessità di velocizzare le operazioni alla cassa, riconoscendo in maniera automatica e veloce i prodotti; ciò avrebbe fatto risparmiare tempo e ridotto al minimo le possibilità di errore. Woodland ebbe una intuizione geniale: pensò di utilizzare il codice morse, trasformando i punti e le linee in strisce verticali, ottennendo il primo codice a barre della storia .Per la lettura del barcode utilizzò inchiostro fluorescente illuminato da luce ultravioletta per la lettura. Tale sistema non ebbe seguito a causa dell'instabilità dell'inchiostro e degli elevati costi. Un sistema alternativo di lettura si basava sull'invenzione di Lee De Forest per la codifica audio delle pellicole cinematografiche: un fascio di luce attraversava la pellicola che con trasparenze diverse illuminava ad intensità diverse una valvola foto sensibile.

Nel 1952 venne registrato il brevetto con titolo "Classificazione di articoli per mezzo di simboli di identificazione"; Woodland e Silver,  nel frattempo, erano stati assunti dall IBM che finanziò le ricerche e si appropriò del brevetto.

L'applicazione pratica dell'invenzione era ancora lontana: il problema più grande riguardava l'utilizzo dei dati letti, in quanto i computer al tempo erano macchine enormi ed era impensabile installarle in ogni supermercato.

L'avvento della tecnologia laser e dei circuiti integrati permise alla RCA (azienda che insieme alla Philco aveva comprato il brevetto ad un prezzo bassissimo), di perfezionare la tecnologia ID nell'anno 1972. In quell'anno un supermercato di Cincinnati (USA) fu il primo a testare i codici a barre, a quei tempi di forma ovale.

L'anno successivo la IBM perfezionò i codici a barre introducendo l'UPC ("Universal Product Code").

Nel 1974 il primo prodotto (un pacchetto di chewing gum, conservato ancora in un museo) veniva identificato in fase di vendita tramite il codice a barre.



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