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Il diritto del web

Prime denunce negli Usa per aver diffuso dati personali. Che gli utenti siano i veri destinatari delle azioni promosse dalle associazioni di categoria contro il fenomeno dello scambio di file coperti dal diritto d'autore in Internet, ormai è evidente. Quello che però risultava ancora diffide da credere, soprattutto per gli utenti stessi, è che qualcuno potesse effettivamente entrare nelle proprie mura domestiche, cercare nei computer personali e applicare sanzioni contro chi si sente innocente e protetto sotto il tetto della propria abitazione. Adesso è giunto il momento di cambiare mentalità e di acquisire la consapevolezza che non esiste il diritto all'oblio tante volte richiamato dal Garante della Privacy, ma piuttosto esiste quel "grande fratello" che fa di tutti i cittadini dei sorvegliati speciali. Di questo ne sono una conferma le azioni recentemente promosse contro gli utenti di sistemi peer to peer finalizzate proprio a rintracciare coloro che utilizzano detti sistemi, non essendo più possibile bloccare i sistemi stessi. Le indagini sono state condotte monitorando i sistemi di sharing e quindi controllando i file identificati da uno specifico codice fino a verificare sui computer di quali utenti andassero a finire o da quali venissero condivisi, utenti identificati tramite il loro codice Ip, codice univoco che viene assegnato a qualsiasi utente si colleghi a Internet per qualsiasi motivo. Risaliti dal codice Ip agli utenti si è poi provveduto alle perquisizioni che hanno dato i risultati sperati, con oltre 40 persone a cui sono state comminate sanzioni amministrative e casi di soggetti trovati in possesso di materiale pedopornografico e quindi sottoposti a procedimento penale.

Il Sole 24 Ore @lfa- art. pag. 6



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