Altolà del Garante a una legge dell'Emilia-Romagna che incide sulla tutela dei dati personali - In questo campo va riconosciuta una potestà legislativa esclusiva dello Stato Il Garante della privacy intima l'altolà alla Regione Emilia Romagna. Con la legge 11 dello scorso maggio l'amministrazione regionale ha, infatti, regolamentato il settore della tutela dei dati personali, invadendo un campo che è di stretta competenza statale. Questo si legge nel parere che lì'Authority ha fornito alla presidenza del Consiglio, la quale ha deciso di rivolgersi alla Corte costituzionale. La legge regionale. La nuova normativa dell'Emilia-Romagna ha l'obiettivo di sviluppare, attraverso l'utilizzo delle tecnologie informatiche, la qualità di vita dei cittadini e il sistema economico del territorio. Uno degli strumenti per raggiungere questo traguardo è la creazione di un patrimonio comune delle informazioni, attraverso l'uso integrato delle banche dati, sia quelle pubbliche sia quelle di associazioni e soggetti privati che operano in ambito regionale per finalità di interesse pubblico. Questi ultimi sono tenuti a fornire la disponibilità dei dati contenuti nei loro archivi, notificando alla Regione le basi informative gestite, direttamente o indirettamente, per compiti istituzionali. La legge prevede, inoltre, lo scambio di informazioni tra gli uffici pubblici. I rilievi del Garante. Si tratta di norme che, secondo l'Authority, sollevano evidenti questioni di legittimità costituzionale, con specifico riferimento ai profili attinenti alla potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia dei dati personali.
Il Sole 24 Ore - A. Cherchi - art. pag. 25