L'87% conosce la legge, ma il 62% ne ignora i contenuti ne hanno sentito parlare, ma ignorano i dettagli. Sono consapevoli dell'esistenza di un Garante che li può tutelare, ma non sanno che i primi garanti possono essere loro stessi, grazie al diritto di accedere alla banche dati. Allo stesso tempo si sentono spiati e controllati - e questo li preoccupa - ma non pretendono spiegazioni da chi chiede loro i dati personali. E' la reazione del cittadino italiano di fronte al diritto alla privacy. Una fotografia scattata a quasi otto anni dal debutto nel nostro Paese - prima completamente a digiuno di norme in materia - della legge sulla riservatezza. Un bilancio a cui si prepara Stefano Rodotà, il presidente dell'Authority della riservatezza che mercoledì illustrerà al Parlamento la relazione annuale.
Il Sole 24 ore - A. Chierchi - lunedì 7- art. pag. 3