Il testo ufficiale del decreto legge ancora non c'è, ma la proroga al 30 giugno 2005 delle misure di sicurezza salva-privacy si può considerare cosa fatta. Un'operazione nata nelle stanze della Funzione pubblica e di cui, fino all'ultimo, gli uffici legislativi del ministero della Giustizia e della stessa presidenza del Consiglio sono rimasti all'oscuro. Per non parlare di quelli del Garante. In questi giorni, anche gli uomini dell'Authority hanno dovuto rincorrere le voci, alla ricerca di conferme. Ora che queste prendono sempre più corpo, aumentano di pari passo anche le perplessità sulla necessità del differimento. Il problema spiega Giovanni Buttarelli, segretario generale del Garante non è la proroga in sè, quanto il fatto che si dà un segnale di un certo tipo sulla politica di protezione dei dati. E poi si tratta di un intervento disarmonico. La proroga fa slittare dal 31 dicembre prossimo al 30 giugno l'adeguamento delle banche dati alle nuove misure minime di sicurezza previste dal Codice della privacy. Tra queste, anche il documento programmatico sulla sicurezza, che in sè non è una misura nuova, ma la cui portata è stata ampliata dal Codice.
Il Sole 24 Ore - A. Cherchi - sabato 30 ottobre - art. pag. 25