Il 6 giugno 2012 le più grandi aziende di Internet, come Facebook, Google, Bing, Yahoo, Youtube e altri 2600 siti tra cui una ventina di italiani, sono transitati definitivamente dall'attuale protocollo IPv4 (IP Version 4), al nuovo IPv6. Per la maggior parte degli utenti non cambierà proprio nulla.
Da almeno tre anni i sistemi operativi e i dispositivi sono già pronti alla transizione: i vecchi indirizzi continueranno a funzionare perfettamente sul protocollo IPv4, mentre quelli IPv6 saranno inizialmente una percentuale molto bassa. Ma perché è stato necessaria questa transizione dall’IPv4 all’IPv6?
L'IP è un codice numerico assegnato a ogni pc, tablet o smartphone che si colleghi alla Rete; il numero di codici possibili ovviamente non è infinito. Un indirizzo IPv4 è un numero di 32 bit (4 byte) e si usa rappresentarlo con 4 numeri decimali separati da “.” ad esempio: 192.0.2.1.
Un indirizzo IPv6 è numero di 128 bit (16 byte) e si usa rappresentarlo con 8 gruppi di 4 cifre esadecimali separate da “:” ad esempio: 2001:0db8:0000:0000:00a9:0000:0000:0001.
Con i 32 bit di IPv4 si possono rappresentare 232=4.294.967.296 valori diversi, mentre con i 128 di IPv6 se ne possono rappresentare 2128 = 340.282.366.920.938.463.463.374.607.431.768.211.45.
Il 3 febbraio 2011 IANA ha distribuito ai Regional Internet Registries gli ultimi indirizzi IPv4, esaurendo le sue scorte. Internet può continuare a crescere solo con IPv6, la versione 6 del protocollo IP.
Dopo il test del passaggio da IPv4 a IPv6 svoltosi nel giugno del 2011, che è stato un vero successo per le aziende che vi hanno partecipato, non c’era motivo per aspettare ancora per il varo del nuovo protocollo internet.
In questi ultimi anni, a determinare il sovraccarico della rete sono stati alcuni fenomeni che hanno avuto crescite considerevoli. Primo su tutti quello degli smartphone, che con la navigazione su internet, spesso sempre attiva, coprono una parte importante degli indirizzi IP attribuiti sul web.
Parallelamente si è creato un traffico anche di quei dispositivi che non sono propriamente smartphone, ma che si aggiungono agli apparati connessi ad internet come eBook reader, tablet, console di gioco, ma anche apparecchiature domotiche come frigoriferi o televisori.
Secondo Cisco, entro il 2016 saranno circa 18,9 miliardi le connessioni, vale a dire quasi 2,5 connessioni per ogni persona sulla terra.
Autore
Nazzareno Manzo
Innovation Manager – Security Specialist
Socio fondatore della SNAP, ho condiviso gran parte degli studi e delle prime ...