| Tiziana Colucci

L’analisi di bilancio è un procedimento d’indagine sui dati contabili dell’impresa, che ha lo scopo di ritrarre informazioni aggiuntive dal bilancio di esercizio, tramite una sua riaggregazione maggiormente funzionale agli obiettivi dell’analista.

Base di partenza dell’analista è dunque il bilancio, la sua riaggregazione è dovuta al fatto che l’esposizione dei dati secondo gli schemi obbligatori non è pianamente soddisfacente per l’analista.

La riclassificazione del conto economico   à punta a esporre le modalità di formazione dell’utile/perdita dell’esercizio, evidenziando il contributo fornito dalle singole gestioni parziali in cui è scomponibile l’operatività aziendale:

  1. Gestione caratteristica à insieme delle operazioni svolte dall’impresa per lo svolgimento della sua attività tipica;
  2. Gestione complementare e accessoria à insieme delle operazioni di investimento dell’azienda messe in atto per impiegare le eccedenze di liquidità generate dalla gestione corrente;
  3. Gestione finanziaria à insieme delle operazioni con cui l’azienda si approvvigiona delle risorse finanziarie necessarie per lo svolgimento delle propria attività;
  4. Gestione straordinaria à insieme delle operazioni di carattere non ricorrente nella vita dell’impresa;
  5. Gestione tributaria à misura l’influsso delle imposte sul reddito sul risultato dell’esercizio.

Schemi di riaggregazione del conto economico

  • Schema a costo del venduto, con questa scomposizione si mira ad individuare i seguenti risultati parziali:
    • Reddito operativo della gestione caratteristica (ROGC) dato dalla differenza fra ricavi e costo del venduto;
    • Reddito operativo aziendale (ROA) dato dalla somma di ROGC e proventi della gestione complementare e accessoria;
    • Reddito lordo di competenza (RL) dato dalla differenza fra ROA e oneri finanziari;
    • Reddito ante imposte (RAI) dato dalla somma algebrica del reddito lordi e risultato delle gestione straordinaria;
    • Reddito netto dato dalla differenza fra reddito ante imposte e le imposte di competenza dell’esercizio.
  • Schema a valore aggiunto, questa scomposizione individua i seguenti risultati parziali:  
    • Valore aggiunto (VA)  dato dalla differenza fra il valore della produzione e il totale dei costi esterni aziendali;
    • Margine operativo lordo (MOL) dato dalla differenza fra valore aggiunto e costo del lavoro;
    • Reddito operativo della gestione caratteristica (ROGC) dato dalla differenza fra MOL e gli altri costi interni aziendali.

La riclassificazione dello stato patrimoniale  mira ad analizzare la struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa.

Lo stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio finanziario presuppone la riesposizione delle voci dell’attivo secondo il criterio della liquidità e dell’esigibilità per il passivo.

L’attivo dello stato patrimoniale e scomposto in:

  • Attivo corrente à attività che si trasformeranno in entrate di cassa nei prossimi 12 mesi, avremo quindi:
    • Liquidità immediate,
    • Liquidità differite, che necessitano di almeno un’operazione per essere trasformate in denaro;
    • Disponibilità, ovvero quelle che necessitano di più di un’operazione per essere trasformate in denaro contante (es. rimanenze di magazzino)
  • Attivo fisso netto à destinate a permanere nell’azienda per un periodo di tempo superiore a 12 mesi e sono:
    • Immobilizzazione materiali;
    • Immobilizzazione immateriali;
    • Immobilizzazione finanziarie.

Il passivo di stato patrimoniale è invece scomposto in:

  • Passività correnti à richiederanno un’uscita di cassa nei prossimi 12 mesi
  • Passività a medio-lungo termine
  • Patrimonio netto.

La riclassificazione di bilancio  è la base per poter procedere all’analisi per indici.

In riferimento alla solidità aziendale si possono calcolare i seguenti indicatori:

  1. Rapporto di indebitamento: MT(messi di terzi)/MP (mezzi propri);
  2. Grado di copertura dell’attivo fisso netto: MP(mezzi propri)/AFN( attivo fisso netto);
  3. Margine di struttura: MP (mezzi propri) – AFN( attivo fisso netto);
  4. Grado di ammortamento: fondi ammortamento/IM (immobilizzazioni materiali);
  5. Tasso di variazione del capitale investito: [(Ci anno n) – Ci anno n-1)] / (Ci anno n-1)
    1. Ci= capitale investito
  6. Tasso di autofinanziamento: (RN – dividendi) /MP
    1. RN= reddito netto

Gli indici di redditività mettono a confronto il risultato economico con il capitale impiegato per ottenerlo e sono:

  1. Redditività operativa o ROI (return on investment): ROA/Ci
    1. ROA= reddito operativo aziendale
  2. Costo medio dell’indebitamento: OF (oneri finanziari) / MT (mezzi di terzi) à questo indice deve essere messo a confronto con il Roi il quale deve essere maggiore del costo medio dell’indebitamento.
  3. ROE (return on equity): RN (reddito netto) / MP (mezzi propri)
  4. Tasso di autofinanziamento: (RN – dividendi)/MP

Gli indici di liquidità à danno indicazioni sull’equilibrio finanziario a breve termine dell’azienda, infatti se l’attivo circolante (AC) è maggiore delle passività correnti (PC), l’impresa sarà in grado di far fronte ai pagamenti tempestivamente ed economicamente.

L’indice di liquidità maggiormente utilizzato è il margine di tesoreria questo è dato da:

 (LI +LD) – PC ovvero (liquidità immediate  + liquidità differite) / passività correnti.

L’analisi economica per indici su Mago.net

 

 

 

 

 

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