| Snap Team

Una direttiva li invita a rispettare il Codice della riservatezza, in vigore da oltre un anno. Necessario ripensare le attività e l'organizzazione per assicurare la tutela dei dati Anche la pubblica amministrazione si è accorta, a più di un anno di distanza, che esiste un Codice della privacy. Ne dà notizia la direttiva 11 febbraio 2005 della Funzione pubblica, pubblicata sulla 'Gazzetta Ufficiale' n.97 del 28 aprile. Il documento informa le amministrazioni che dal 1° gennaio 2004 è entrato in vigore il Testo unico della riservatezza dei dati personali e raccomanda di rispettarlo. Non è mai troppo tardi. E' anzi encomiabile che finalmente esistano, da parte della pubblica amministrazione, alcune linee guida per proteggere la privacy dei milioni di dati personali utilizzati negli uffici. Così come chiede il Codice della riservatezza. Ma ancora prima del Codice lo chiedevano le varie leggi è a iniziare dalla 675/96 che ha regolamentato la tutela della privacy nel nostro Paese è poi confluite nel Testo unico e che la pubblica amministrazione ha sistematicamente ignorato. Con conseguente presa di posizione del Garante (allora guidato da Stefano Rodotà), che ha più volte indicato gli uffici pubblici tra i principali "evasori" della riservatezza. Favoriti in questo dallo stesso legislatore, che ha ripetutamente accordato agli uffici proroghe su proroghe.

Il Sole 24 Ore - A. Cherchi - art. pag. 27



Prenota una consulenza

Esponi le tue esigenze al nostro reparto tecnico
chiama al +39 0824 21080
e prenota un appuntamento telefonico o videoconferenza.