| Michele Buffolino

Il codice a barre bidimensionale, nato nel 1994, estende l'utilizzo dei codici monodimensionali, sviluppando il proprio layout in verticale; l'esigenza principale è quella di avere a disposizione un codice che possa codificare un numero maggiore di informazioni rispetto ai classici codici lineari.

Il primo esempio di codice bidimensionale è il codice QR, il quale, grazie al nuovo tipo di codifica, riesce a rappresentare circa settemila caratteri numerici, oppure 4000 carattere alfanumerici. Lo scopo originario del QRCode era quello di poter gestire il magazzino e la tracciabilità dei ricambi auto della giapponese Toyota. Solo alla fine degli anni novanta fu concessa la licenza di utilizzo dei codici bidimensionali.

L'elevata capacità di informazioni che il codice può contenere, è garantita dal sistema di correzione degli errori inserito nel codice. Il sistema utilizzato è il codice Reed-Salomon il cui algoritmo sfrutta il concetto di polinomi dell'algebra lineare. La capacità di correzione degli errori dipende dal tipo di codice: si va dal codice di livello "L", che permette il ripristino del 7% del codice, al codice "H" che  preserva il 30% delle informazioni. Ciò significa che un QRCode è leggibile anche se parziale.

Grazie alla larga diffusione di smartphone e dispositivi con fotocamera integrata, i codici bidimensionali stanno riscuiotendo grande successo; gli utenti, infatti, utilizzando il proprio cellulare possono collegarsi ad un sito internet, leggendone il link codificato in un barcode. Esistono svariati software applicativi gratuiti che permettono la codifica: I-nigma di 3G vision (www.i-nigma.com) è uno dei più diffusi.

Si è introdotto l'argomento menzionando i QRCode, (chiamati anche Quick response), i quali consentono la lettura tramite l'individuazione di tre riquadri indicando la posizione dei vertici, e di un quanto che ne corregge l'allineamento. Esistono altri tipi di codici che si distinguono per forma, codifica e quantità di informazioni contenute.

Tra i più diffusi menzioniamo il CODABLOC che può contenere fino a 150 caratteri, il MAXICODE che contiene 140 numeri oppure 93 caratteri, il PDF417 che è in gardo di codificare fino a 2500 caratteri alfanumerici e il DATAMATRIX che è utilizzato per codificare fino a 3114 numeri oppure 2335 caratteri, o in alternativa 1556 byte ASCII.

Di seguito riportiamo un esempio di QR Code contenente il link al nostro sito di Ecommerce (WWW.SNAPWEB.NET)

Il codice seguente, invece, letto da uno smartphone avvia una telefonata al numero 082421080 (centralino SNAP)

mentre il codice seguente permette di accedere al profilo Facebook della SNAP srl

 



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